Mangiarsi le unghie è una “cattiva” abitudine molto diffusa. Alcune ricerche attribuiscono questo “vizietto” ad un bambino su quattro ed al 45% degli adolescenti. I dati sembrano essere altrettanto allarmanti anche tra la popolazione adulta. Tralasciando i freddi numeri, che sinceramente poco mi interessano, possiamo affermare con certezza che, quella di mangiarsi le unghie è un cattiva abitudine che porta gli individui a destreggiarsi in molteplici strategie per nascondere le loro appendici flagellate o cercare, per lo meno, di limitare i danni.

In questo articolo non voglio andare alla ricerca di eventuali cause psicologiche che aprono la strada a questo automatismo…sono sicuro che ognuno ha le sue buone ragioni. Il mio intento, invece, è quello di proporvi una tecnica per rimediare al mordicchiamento incessante delle vostre povere unghie. Gli 8 passaggi che vi presento sono stati tratti e tradotti dalla guida originale di Jeremy Dean (autore del famosissimo PSYBlog) e sono fondati sui risultati di ricerche sperimentali condotte in ambito psicologico.

 

Primo step – Devi volerlo veramente

Vi starete probabilmente dicendo… “beh, ha scoperto l’acqua calda”…eppure, per quanto questa affermazione può sembrare ovvia è alla base di ogni processo di cambiamento. Senza il reale desiderio di raggiungere un obiettivo non si va da nessuna parte, specie se si tratta di una cattiva abitudine come quella del mangiarsi le unghie, totalmente automatica e ben consolidata da anni di “inconsapevole” pratica continua. Uno dei metodi per aumentare la spinta motivazionale al cambiamento è quello di pensare ai benefici che si otterranno grazie all’estinzione del comportamento target…ad esempio al nuovo “look” che avranno le nostre nuove unghie.

Contemporaneamente, aumentate gli effetti negativi di questa cattiva abitudine…rendeteli realmente drammatici!!! Se non riuscite a farlo, probabilmente, non siete ancora pronti a lasciarvi alle spalle questo automatismo.

 

Secondo step – Non punirti

 

La punizione non serve a niente! Questo bisogna tenerlo ben a mente sia quando stiamo cercando di cambiare noi stessi sia quando stiamo tentando di aiutare nostro figlio a smettere una cattiva abitudine. Quando, ad esempio, rimproverate vostro figlio per qualcosa di “cattivo” non state facendo altro che insegnarli un modo per attirare la vostra attenzione e, con tutta probabilità, lo rifarà!

Lo stesso concetto vale se stiamo cercando di estinguere un’abitudine disfunzionale. Provate a dire al vostro inconscio di smetterla di fare una determinata cosa…e vi accorgerete di quanto l’inconscio sia molto simile al bambino di cui abbiamo parlato qualche riga più in su. Reagirà facendo l’esatto opposto (il pechè magari ve lo spiego in un altro post J ).

 

Terzo step – Sostituire il male con il bene

 

Uno dei modi più semplici per portare ad estinzione una cattiva abitudine è quello di sostituire quest’ultima con un’abitudine più salutare (o almeno neutra) invece di sforzarsi semplicemente di non fare niente. Le migliori, chiaramente, sono quelle che risultano incompatibili con quella vecchia che si intende “eliminare” una volta per tutte.

Nel caso del mangiarsi le unghie Jeremy Dean propone queste:

 

–          mettere le mani in tasca

–          giocare con una pallina od un elastico

–          stringere le proprie mani insieme

–          tamburellare con le dita

–          mangiare una carota

–          o una loro combinazione

 

 

Quarto step – Promemoria visivi

 

Se tagliate regolarmente le vostre unghie e le mantenete sempre corte, probabilmente vi verrà meno voglia di mangiarvele famelicamente.

Oppure, potete usare smalti particolarmente “brillanti” e colorati come promemoria (immagino che questa proposta non riscuoterà molto successo tra gli uomini). Un altro metodo è quello di indossare un braccialetto scelto ad hoc per la vostra “missione” che vi aiuti a ricordarvi qual è il vostro obiettivo ogni qual volta avvicinate la vostra mano alla bocca per addentare le vostre unghie.

 

Quinto step – prendere nota della situazione

 

Le abitudini, buone e cattive, sono sempre e comunque legate ad uno o più contesti ben determinati. Tenere traccia di quando questi comportamenti si verificano non sempre è facile a causa del carattere prevalentemente inconscio degli stessi; ma con i giusti accorgimenti è possibile riuscire ad ovviare a tale problematica. Ad esempio possiamo prestare maggiore attenzione ai nostri comportamenti durante situazioni particolare come guardare la tv, a pranzo ecc…

Possiamo chiedere a chi ci sta vicino di osservarci ed avvisarci quando commettiamo il nostro peccato di gola.

 

Sesto step – prendere nota di sentimenti e pensieri associati

 

Al pari delle situazioni anche sentimenti e pensieri particolari sono solitamente associati al momento di degustazione delle proprie unghie. Riuscire a fermare quell’attimo e divenire consapevoli di ciò che state provando e/o pensando può aiutarvi a liberarvi una volta per tutte della cattiva abitudine. Per aumentare il loro livello di consapevolezza molte persone utilizzano diverse forme di meditazione, prima fra tutte la mindfulness (di cui parleremo a breve, promesso).

Una volta divenuti consapevoli dei vostri pensieri avrete la possibilità, quando avrete la percezione che stanno arrivando (ad esempio l’ansia), di mettere in atto comportamenti alternativi.

 

Settimo step – ripetizione

 

La vostra nuova risposta comportamentale verrà consolidata grazie alla sua sistematica ripetizione. Prima però di prendere il posto della vecchia “cattiva” abitudine, la nuova dovrà competere con la propria antagonista, prima di sostituirla del tutto. Il cambiamento, infatti, è un processo graduale. Date tempo al tempo.

 

Ottavo step – fase di mantenimento

 

La parte più difficile di tutto questo processo di cambiamento è, sicuramente, quella che vi vede coinvolti nel rendere permanenti i risultati ottenuti dopo settimane di duro lavoro e di titaniche battaglie contro voi stessi. Un metodo “scientificamente” provato è quello di scattare fotografie, con il vostro cellulare, delle vostre unghie a distanza di pochi giorni una dall’altra. Prendere atto degli ottimi risultati che avete raggiunto (o in alternativa dei pessimi) vi aiuterà a mantenere alta la motivazione a continuare il percorso verso l’obiettivo finale.

 

Importante: ricordate che le cattive abitudini, è il caso di dirlo, non muoiono mai. Restano semplicemente in uno stato di latenza nel nostro inconscio ad aspettare che qualcosa o qualcuno le riattivi. Per questo motivo se vi capita di ricadere in tentazione, non siate troppo cattivi con voi stessi ma rimettetevi subito sulla retta via e ricordatevi che le grandi battaglie contro le cattive abitudini si giocano sul campo dell’auto-consapevolezza.

 

Quali sono i problemi psicologi sottesi?

 

In molti credono, anzi ne sono estremamente convinti, che alla base di questa cattiva abitudine ci sia una problematica psicologica più o meno grave. Risolto il problema, cancellata l’abitudine.

Vi sono pochissime evidenze sperimentali, ad esempio, che il mangiarsi le unghie sia realmente legato all’ansia. Inoltre dobbiamo prendere consapevolezza del fatto che è difficilissimo scandagliare l’inconscio alla ricerca delle reali problematiche che sono alla base della nascita dei nostri comportamenti (altrimenti non si chiamerebbe inconscio).

Quello su cui in tanti invece concordano è che qualsiasi abitudine svolge un compito ben preciso, anche se il più delle volte ce ne sfugge il senso. La guida in 8 passi presentata in questo articolo rappresenta una delle tante strategie possibile per portare ad estinzione una cattiva abitudine. Se non funziona, non demordete. Provate a cambiare e a personalizzare alcuni dei passaggi. Cercate nuove abitudini alternative che possano sostituire la prima.

 

(fonte: PSYBLOG – www.spring.org.uk)

 

Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento….

 

A presto,

Antonio Antefermo