Hai mai sentito parlare della profezia che si auto avvera?
Si tratta della tendenza che noi tutti abbiamo di fare previsioni ed attivarsi affinché le stesse si realizzino. E’ un processo automatico che agisce al di fuori della nostra consapevolezza.
Non importa che ci si prefiguri esiti positivi o negativi; l’obiettivo finale è poter dire a conti fatti: “ho sempre ragione!”, oppure “ecco, lo sapevo!”.
A guidare il nostro comportamento è sempre la forza trainante delle aspettative. Se credo che la persona che ho appena conosciuto sia antipatica, magari perché mi hanno detto che ha un caratterino spigoloso e sempre pronta criticare gli altri, probabilmente svilupperò sin da subito nei suoi confronti un atteggiamento freddo e distaccato, magari diffidente, andando così a confermare, e magari rinforzare, la mia ipotesi iniziale.
Ma proviamoci a mettere per un attimo nei panni dell’altra persona, quella che presumiamo essere antipatica. Come ci comporteremmo noi se davanti ci trovassimo qualcuno che a malapena conosciamo che si comporta in maniera fredda e distaccata, che risponde a monosillabi alle nostra domande ed è sempre sulla difensiva. Non la troveremmo forse sgradevole, magari odiosa? E come ci comporteremmo con questo individuo? saremmo tutti “peace and love” o reagiremmo alla sua freddezza con altrettanto distacco tanto da risultare effettivamente antipatici?
Il grande sociologo W. I. Thomas formulò questo teorema:
Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze.
Fu poi Merton ad introdurre il concetto di profezia che si auto avvera nelle scienze sociali per studiare situazioni che riguardavano, pensate un po’, l’economia ed i conflitti internazionali, come il fallimento di una banca o lo scoppio di una guerra.
Ad esempio, se si diffonde la percezione comune relativa al fatto che una banca stia per fallire, come conseguenza i cittadini potrebbero iniziare a ritirare i propri risparmi dalla banca stessa. Ecco allora che il fallimento si avrà concretamente.
Ecco come funziona una profezia autoavverante…ci creiamo un aspettativa su qualcosa o qualcuno e poi andiamo alla ricerca di tutti quelli indizi che possono validare l’ipotesi iniziale e, se non li troviamo, li creiamo. Un po come quella famosa pubblicità che recita: ti piace vincere facile?
Un altro esempio?
Vi svegliate al mattino e, mentre siete li a sorseggiare il vostro cappuccino e guardare le notifiche di facebook sul vostro smartphone…tac…ve lo versate addosso. Parte la hit parade di tutte le brutte parole che conosce e alla fine dite: se iniziamo cosi oggi si prospetta proprio una giornata di mxxa. E guarda caso…la sfiga accompagnerà tutta la vostra giornata! Incantesimo vudu? Malocchio? Legge di murphy? Oppure state creando voi la vostra sfortuna?
Uno studio del 2009 condotto da Stinson e colleghi ha dimostrato che anche nel campo delle relazioni interpersonali il ruolo delle profezie autoavveranti è molto importante. Infatti se sappiamo che una persona, per una qualche ragione, ci stima o gli piacciamo, tendiamo in automatico ad apprezzarla maggiormente. Cioè la sua profezia diventa una nostra aspettativa. Ovviamente l’effetto funziona anche al contrario: se sai di non piacere ad una persona tenderai a valutare quella persona come poco attraente e via dicendo.
Fare previsioni per noi esseri umani è normale, ci aiuta a prendere decisioni importanti e a controllare la paura dell’ignoto. Cerchiamo di rendere tutto più prevedibile nella speranza di poter aumentare il controllo sulla nostra vita.
Dobbiamo prendere consapevolezza però che le aspettative si trasformano spesso in convinzioni limitanti che ci impediscono di guardare alternative possibili. La mente, infatti, tende a vedere ciò che è stata programmata a vedere, trascurando il resto. Immaginate la vostra mente come un vaso…ora immaginate di riempire questo vaso fino all’orlo con le aspettative che avete rispetto al vostro partner, al capo, alla gita in barca…come potete immaginare se riempiamo tutti gli spazi non diamo agli altri, alla vita in generale, la possibilità di inserire nel nostro vaso qualcosa di nuovo, che ancora non conosciamo…impedendoci di fare nuove esperienze e scoprire qualcosa di nuovo sul mondo che ci circonda.
Diamoci il permesso di lasciarci stupire da quello che ci circonda. Impariamo a sospendere il giudizio su noi stessi e sugli altri e a prendere tutto quello che arriva momento per momento, liberi da filtri e pre giudizi.
Iniziate da oggi a sviluppare un nuovo atteggiamento mentale nei confronti delle vostre convinzioni. Appena finito di guardare questo video, ogni volta che vi accorgerete di stare formulando un giudizio del tipo: “anche questa volta sarà un completo fallimento” sfidate questo pensiero catastrofico chiedendovi: come faccio a sapere che le cose andranno effettivamente cosi? Ho forse la sfera di cristallo? Oppure…C’è mai stata una volta in cui ho avuto torto e tutto è andato per il verso giusto? È sempre andato tutto cosi male nella mia vita? A cosa mi serve questo atteggiamento mentale?
Insomma…disattivate il pilota automatico che guida i vostri comportamenti ed iniziate a mettere in discussione quelle convinzioni che limitano la vostra comprensione del mondo. A presto.
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