Con questo articolo voglio cercare di spiegarvi cosa succede nella mente di un procrastinatore seriale. Per aiutarmi nell’impresa vi invito a guardare il brillante e divertente intervento di Tim Urban al TEDtalks.

Lo avete visto? Io l’ho trovato eccezionale e ricco di spunti interessanti. Ma andiamo per ordine.

Innanzitutto chiariamo:

Cosa vuol dire procrastinare?

In Psicologia con il termine procrastinazione ci si riferisce a quel comportamento che porta un individuo a ritardare volontariamente un’azione nonostante le conseguenze negative di questo suo atteggiamento siano facilmente prevedibili. Il procrastinatore, quindi, è colui che sceglie di soddisfare un piacere momentaneo anche se questo comporta grossi danni collaterali futuri.

Riassumendo potremmo quindi dire che la procrastinazione è l’arte di rimandare compiti importanti per impegnarci in azioni meno rilevanti ma sicuramente più piacevoli.

Quanti di voi si riconoscono in questa descrizione? Io di certo si. Sono stato per anni un procrastinatore seriale. Ogni volta che dovevo iniziare qualcosa di importante la mia mente cominciava a propormi sempre alternative più allettanti.

Un tipico dialogo interiore (nella mia testa) dell’epoca: “Ok, oggi inizio a scrivere la tesi di laurea! Perfetto, ma meglio domani, perché oggi voglio vedermi tutta la prima stagione di Lie to me!”. Stessa cosa per prendere la decisione di smettere di fumare: “Ho deciso, da oggi smetto di fumare. Vabbè, finisco questo pacchetto e non ne compro più….”. Inutile che vi spieghi come sono andate a finire queste storie…

Nella mente del procrastinatore

Nel video Tim parla della sua esperienza come studente universitario e di come, da buon procrastinatore, affrontò la redazione della sua stessa tesi di laurea: rimandando giorno dopo giorno il lavoro fino a ritrovarsi a 3 giorni dalla deadline per la consegna senza aver scritto una parola.

Lo stesso Tim ammette che era consapevole dei tempi richiesti per la redazione di una buona tesi e di aver deciso di fare un programma per ottimizzare il lavoro. Il piano era questo: avrebbe cominciato con poco nei primi mesi, aumentando durante quelli intermedi e nelle ultime settimane avrebbe aumentato il ritmo di lavoro. Insomma, una progressione lineare che lo avrebbe portato pian piano ad investire sempre maggiori risorse nel suo progetto distribuendo tempo ed energie in modo ottimale.

Cosa successe realmente? Che il tempo passava e le distrazioni avevano sempre la meglio su Tim, che si vedeva costretto a rivedere e riaggiornare costantemente il suo programma di lavoro fino a svegliarsi una mattina e ritrovarsi a 72 dalla scadenza per la consegna del manoscritto.

Trovo geniale la descrizione del cervello del procrastinatore proposta da Tim. Secondo il blogger nella mente di chi rimanda continuamente sono presenti due simpatici personaggi: il decisore razionale, al timone dei nostri pensieri, e la scimmietta della gratifica immediata. Quando è quest’ultima a prendere il controllo della nave, allora arrivano i guai. Questa scimmia infatti vive interamente nel presente. Non ha ricordo del passato e nessuna concezione del futuro, e le interessano solo due cose: il facile e il divertente.

Purtroppo questo atteggiamento causa non pochi problemi a chi ha dei doveri verso se stesso, la propria famiglia o il lavoro. Noi tutti abbiamo delle responsabilità: dare un esame universitario, aiutare nostro figlio a fare i compiti a casa, portare il cane a fare i suoi bisogni, finire un lavoro per il nostro capo. Non possiamo passare tutta la nostra giornata in quello che Tim chiama “il parco giochi oscuro” mentre la simpatica scimmia della gratifica immediata è al timone della nostra mente.

È chiaro che dedicare del tempo per fare qualcosa di facile e divertente o goderci del meritato tempo libero è una sacrosanta necessità. Anzi, più siamo persone coerenti ed allineate e più le cose che amiamo fare si sovrapporranno perfettamente con quelle “da fare”, come quando svolgo un lavoro che mi piace realmente. Ma altre volte, dobbiamo rimboccarci le maniche e svolgere attività più difficili e meno piacevoli, a vantaggio di un obiettivo più grande. Ed è in questi casi che si crea un conflitto che, per il procrastinatore, finisce sempre con una bella vacanza nella zona del “dolce far niente”, mentre le cose da fare si accumulano e le scadenze si avvicinano.

L’abitudine al rimandare

Il procrastinatore seriale è incapace di guardare in modo adeguato al futuro: soffre di miopia temporale.

Quando rimandare diventa un’abitudine ci si ritrova a procrastinare costantemente l’inizio, la prosecuzione o il completamento di un numero sempre maggiore di attività importanti.

Il miglior compagno del procrastinare diventa quindi l’ansia che si affaccia ogni qualvolta una scadenza si avvicina e ci si rende conto di non aver fatto ancora nulla. È quello che Tim nel suo talk chiama il mostro del panico, l’unica cosa in grado di mettere in fuga la scimmia della gratificazione immediata.

Per la maggior parte del tempo, spiega Tim, il mostro del panico dorme ma si sveglia all’improvviso, ogni volta che si avvicina una scadenza, o c’è pericolo di un imbarazzo pubblico, un disastro sul lavoro o qualche paurosa conseguenza.

Questo nuovo personaggio che si aggira nella mente del procrastinatore è in grado di spiegare i comportamenti tipici del professionista del “domani lo faccio” come passare 1 mese senza riuscire a scrivere il titolo di una tesi per poi trovare l’energia e le risorse per spendere 2 notti in bianco per elaborare 100 pagine.

Esistono almeno 2 tipi di procrastinazione

Un altro spunto interessante offerto da Tim Urban è quello relativo ai 2 diversi tipi di procrastinazione. La prima, quella su cui ci siamo soffermanti fino a questo momento, è quella relativi a compiti con una data di scadenza. Si tratta della situazione meno grave poiché in questo tipo di condizione siamo consapevoli del fatto di avere del lavoro da fare entro un certo periodo di tempo. Possiamo temporeggiare quanto vogliamo ma, alla fine, dobbiamo produrre qualcosa. Il secondo tipo di procrastinazione è quello che attiviamo nei confronti di progetti che non hanno una vera e propria scadenza e che, proprio per questo motivo, rimandiamo continuamente senza mai portarli a termine. Peggio ancora, senza mai nemmeno iniziarli.

Smettere di fumare, iniziare a fare sport, trovare un nuovo lavoro oppure avviare un’attività in proprio sono tutte attività importantissime ma che non hanno una data di scadenza incisa sulla confezione. Cosa capita in queste situazioni? Che il mostro del panico non si sveglia mai per cacciare la scimmietta della gratifica immediata dal timone della nostra mente e noi rimandiamo costantemente a domani.

 

Questo tipo di procrastinazione è più pericolosa in quanto viene sofferta in modo silenzioso e generare a lungo termine rimpianti e sensi di colpa per ciò che non abbiamo mai portato a termine. Come spiega egregiamente Tim Urban:

“…la procrastinazione a lungo termine li fa sentire come spettatori, delle loro vite, a volte. Non erano frustrati perché non realizzavano i loro sogni, ma perché non erano nemmeno capaci di inseguirli.”

Smettere di procrastinare

Da quanto emerso è chiara l’importanza di porsi degli obiettivi SMART, con una data di scadenza ben precisa per evitare nella trappola della procrastinazione, in particolare quella a lungo termine.

Un altro esercizio è quello di sviluppare l’attitudine a vagliare il primo vantaggio che otterremo grazie al raggiungimento di un certo obiettivo (ad es. scrivere la nostra tesi di laurea) ed il primo ostacolo che dovremo affrontare (ad es. trovare il materiale bibliografico) e continuare cosi sino a prendere in considerazione tutti i singoli vantaggi ed ostacoli.

Anche utilizzare la forza delle immagini mentali è un utile stratagemma per motivarsi ad iniziare un progetto perché ci aiuta a focalizzarci meglio sull’obiettivo e sui benefici che otterremo una volta raggiunto.

Inoltre anche l’esercizio proposto da Tim Urban, il calendario della vita, è molto interessante perché ci aiuta a ricordare che il tempo a nostra disposizione in questa vita è limitato. Quindi, spediamo un po di tempo della nostra giornata a pensare cosa stiamo procrastinando ed iniziamo a lavorare sui nostri progetti.

Ricordiamo sempre che rimandare non è quasi mai una buona soluzione ai problemi; si tratta di un mero rifugio per chi ha paura o non comprende l’importanza di affrontare le scelte della vita.

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