Il nostro modo di camminare è sicuramente un ottimo mezzo per comunicare al mondo come ci sentiamo in quel preciso momento. Spalle dritte, petto in fuori, le nostre braccia che oscillano sicure e sferzanti lunghi i nostri fianchi sono sicuramente indicatori di uno stato d’animo propositivo; quello di chi sa cosa vuole e come fare per ottenerlo, per intenderci 😉

Purtroppo, però, non siamo quasi mai consapevoli della nostra stessa andatura; i feedback sul nostro umore vengono colti, paradossalmente, in misura maggiore da chi ci osserva dall’esterno piuttosto che da noi stessi. Insomma, se siamo tristi sono gli altri ad accorgersene dal modo in cui camminiamo e non noi stessi.

Lo studio sperimentale 

Johannes Michalak e collaboratori, grazie ad un loro studio sperimentale, sembrano aver dimostrato che, nonostante tutto, anche solo imitare “inconsapevolmente” uno stile di “camminata felice”, può aver effetti positivi sul nostro tono dell’umore (Michalak et al., 2015). Per chi conosce la pnl questi risultati non dovrebbero sorprendere visto che molte tecniche piennellistiche (a partire dal rispecchiamento) si basano proprio su questo presupposto, ma il modo in cui la ricerca è stata condotta regala molti spunti interessanti.

 I partecipanti allo studio hanno dovuto faticare in nome della scienza camminando su un tapis roulant dopo aver letto una lista di parole positive o negative. Camminata e postura di ogni “cavia” venivano misurate e registrate costantemente da osservatori esterni. Per condizionare il loro modo di muoversi i ricercatori hanno utilizzato una tecnica di biofeedback non invadente. In questo modo i partecipanti non avevano alcuna idea di essere “forzati” ad assumere uno stile di camminata felice o depresso.

Il prof. Nikolaus Troje, che ha guidato lo studio, ha affermato:

“Non è sorprendente che il nostro umore, il nostro modo di sentire, influenzino il modo in cui camminiamo ma volevamo vedere se il modo in cui ci muoviamo influenza anche come ci sentiamo”.

Risultati

In un secondo momento è stato chiesto alle “cavie” di scrivere quante più parole, positive e negative, ricordavano dall’elenco che avevabi letto all’inizio dello studio. Indovinate cos’è successo? Semplice, chi aveva camminato sul tapis roulant in modo depresso aveva ricordato molte più parole negative, andando cosi a confermare le ipotesi iniziali: il modo di camminare ha influenzato il loro stato d’animo.

Cattivo umore e memoria 

Un altro aspetto messo in luce da questo studio riguarda il modo in cui l’umore può influenzare la memoria. Da un punto di vista clinico, infatti, sappiamo che i pazienti depressi hanno la tendenza a ricordare gli eventi negativi (soprattutto quelli che riguardano se stessi) rispetto a quelli positivi. Questo continuo recupero di ricordi “tristi”, è facile intuirlo, non fa altro che alimentare un tono dell’umore “nero”.

 

Troje, uno dei ricercatori, commenta a riguardo

“Se si può rompere quel circolo vizioso, si potrebbe avere un forte strumento terapeutico per lavorare con pazienti depressi”.

Compiti a casa 😉 

Quindi, la ricetta del benessere per i giorni in cui vi sentiti un pò giù di morale è semplicissima, ma come dimostra questo studio efficacissima: testa alta, sguardo dritto di fronte a voi, spalle tirate indietro e andatura sciolta e spedita, quasi saltellante!!! E sorridete 🙂