Un nuovo studio pubblicato sul The Journal of Neuroscience rivela che svolgere attività fisica intensa induce ad un aumento dei livelli di glutammato e acido gamma-aminobutirrico (GABA), due neurotrasmettitori che agiscono contro la depressione.
Richera Maddock, il ricercatore che ha guidato lo studio, spiega che
“il disturbo depressivo maggiore è spesso caratterizzato dall’esaurimento del glutammato e del GABA, che ritornano alla normalità quando la salute mentale viene ripristinata. Il nostro studio mostra che l’esercizio attiva il metabolismo dei neurotrasmettitori”.
Sport ed attività fisica aerobica intensa in generale possono quindi diventare ottimi alleati nel trattamento della depressione e di altri disturbi neuropsichiatrici aiutando a ristabilire la comunicazione tra le cellule cerebrali che sono alla base della regolazione emotiva.
Il nostro cervello utilizza una vasta quantità di carburante per funzionare durante l’esercizio fisico.
“Dal punto di vista metabolico, l’esercizio fisico vigoroso è l’attività più esigente che il cervello incontra, molto più intensa del calcolo o degli scacchi, ma nessuno sa cosa succede con tutta quell’energia. A quanto pare, uno degli effetti è una maggior produzione di neurotrasmettitori.”
Lo studio
La ricerca è stata condotta su un campione di 38 volontari che si sono allenati sulla cyclette raggiungendo circa l’85 per cento della loro frequenza cardiaca massima per 8 o 20 minuti. Per misurare il glutammato e GABA, i ricercatori hanno utilizzato tecniche di imaging e risonanza magnetica.
Gli studiosi hanno misurato i livelli di GABA e glutammato in due diverse parti del cervello, prima e dopo ogni sessione di allenamento. Questi dati sono stati poi confrontati con quelli di un campione equivalente che non aveva svolto alcuna attività sportiva rivelando che i livelli di glutammato o GABA erano maggiori tra gli appartenenti al primo gruppo. Altro dato importante: sono stati individuati aumenti significativi di questi neurotrasmettitori nella corteccia visiva, che elabora le informazioni visive, e nella corteccia cingolata anteriore, che aiuta a regolare la frequenza cardiaca, le funzioni cognitive e le emozioni.
Questi dati dimostrano in maniera evidente che esiste una correlazione tra i livelli di glutammato nel cervello e la quantità di esercizio fisico svolto nella settimana precedente.
L’attività sportiva potrebbe quindi diventare un potente alleato nella lotta alla depressione, soprattutto per i pazienti sotto i 25 anni, che subiscono maggiormente gli effetti collaterali degli inibitori selettivi della serotonina (SSRI), i farmaci anti-depressivi che di solito si usano per regolare i livelli di neurotrasmettitori.
Chiaramente lo sport non è la panacea per tutti i mali e non tutti i pazienti affetti da disturbo depressivo maggiore potranno ottenere gli stessi benefici dall’attività fisica ma, come lo stesso Mardock sostiene, grazie a questi studi sarà possibile riuscire ad individuare, con una maggiore precisione, quei soggetti che possono godere degli effetti positivi dall’attività sportiva.
La ricerca originale è consultabile a questo indirizzo http://www.jneurosci.org/content/36/8/2449
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