Diverse ricerche sperimentali hanno ormai dimostrato che mente e corpo interagiscono tra loro attivamente influenzandosi in modo reciproco. Gli studi sul linguaggio del corpo hanno dimostrato, ad esempio, che se le nostre braccia si incrociamo sul petto, quella che si crea non è solo una “barriera” fisica, ma anche mentale.
Leug ed i sui collaboratori si sono spinti oltre, cercando di indagare attraverso diversi studi sperimentali, in che maniera la nostra “postura” può renderci più creativi.
Una cosa su una mano…una sull’altra!
Spesso delle vere e proprie folgorazioni arrivano alla nostra mente quando due pensieri, apparentemente con correlati tra loro, incrociano le loro strade (all’interno della nostra mente). Ed ecco nascere l’idea rivoluzionaria. Quando infatti abbiamo la possibilità di guardare ad un problema da 2 differenti prospettive, di soffermarci su 2 aspetti differenti, ci sono più probabilità di trovare un modo per integrarli.
Per facilitare questo processo di integrazione non c’è niente di meglio che utilizzare fisicamente le nostre mani e trovare soluzione a tutti i nostri dilemmi. Leug e collaboratori hanno infatti dimostrato che i partecipanti all’esperimento che gesticolavano con entrambe le mani mentre ragionavano su un problema hanno sviluppato un numero maggiore di idee.
In sintesi, quando vi trovate nella posizione di dover ponderare 2 diversi aspetti legati ad una medesima situazione, cominciate ad usare le vostre mani per “pesare” fisicamente i diversi elementi a vostra disposizione…il vostro inconscio vi seguirà, cominciando ad adottare le diverse prospettive suggerite dal movimento dei vostri arti!
Sedetevi fuori dalla scatola (nel vero senso della parola)
“Pensare fuori dalla scatola” (Thinking outside the box) è un luogo comune particolarmente diffuso, soprattutto nel mondo anglosassone, che propone, a suo modo, un concetto utile e veritiero: la creatività si basa sull’esplorazione attiva di aree di pensiero sempre nuove. In poche parole, “pensare fuori dagli schemi” aiuta a trovare soluzioni “geniali”. Ma sarà vero?
Nella sua ricerca Leung ha diviso i partecipanti in due gruppi differenti. Ad un campione veniva chiesto di completare un test di creatività mentre erano seduti all’interno di una scatola (nel vero senso della parola); l’altro campione svolgeva lo stesso compito mentre era seduto invece affianco alla scatola. I risultati della ricerca? I partecipanti al secondo gruppo sperimentale sviluppò molte più idee creative rispetto al gruppo di controllo.
Andare a zonzo…
Se non avete una scatola a portata di mano..nessun problema. Alzatevi e cominciate a girovagare senza meta. Attenzione però, qualunque cosa accade, non camminate mai lungo un perimetro rettangolare in maniera sistematica. Le ricerche di Leung hanno infatti dimostrato che solo chi cammina in maniera “random” in grado di sviluppare capacità di problem solving creativo.
2 + 2 =…
Non tutte le idee geniali arrivano per folgorazione divina.
Spesso dobbiamo far lavorare il nostro cervello e la nostra parte logica per mettere insieme due o più idee diverse, combinandole in maniera tale da ottenere la soluzione innovativa che stavamo cercando. Si tratta di usare quello che gli psicologi chiamano “pensiero convergente”, ovvero quel processo cognitivo che ci permette di utilizzare le nostre capacità logiche, le nostre conoscenze e competenze per affrontare in maniera ottimale un “problema”.
Un quarto studio sperimentale ha testato l’idea che ordinare le carte di due differenti mazzi in uno solo aiutasse a sviluppare la capacità di pensiero convergente. I risultati sembrerebbero avvalorare questa teoria. I partecipanti ai quali fu chiesto di creare un solo mazzo di carte partendo da 2 pile differenti ottennero punteggi maggiori in un test che valuta le capacità di pensiero convergente se confrontanti con i partecipanti ai quali fu chiesto di svolgere lo stesso compito partendo però da un singolo mazzo.
Immaginalo!
Siete troppo pigri per recuperare una scatola e sedervi a fianco o vagare liberamente per la stanza aspettando che un’idea brillante vi folgori dal nulla?
Perfetto! Questo studio ha la soluzione giusta per voi. Ad un gruppo di partecipanti all’esperimento è stato chiesto di guardare un avatar di Second Life che vagava liberamente per il mondo virtuale o, in alternativa, camminava lungo un “rettangolo”. I risultati dimostrano che chi guardava il primo avatar sviluppò idee meno convenzionali quando fu loro chiesto di scegliere un regalo.
Questo dato è particolarmente importante perché dimostra che le posture ed i movimenti del nostro corpo sono importanti, ma lo sono ancora di più gli stati d’animo che ad essi corrispondono. La semplice suggestione che qualcuno possa adottare un determinato comportamento (e quindi il relativo atteggiamento mentale) è bastato ad incrementare la capacità creativa dell’osservatore. Lascio a voi trovare le implicazioni “quotidiane” che questo risultato sperimentale ci offre.
…sdraiatevi
Altri studi si sono occupati di individuare quelle posture e quei comportamenti motori che sono in grado di potenziare il pensiero creativo.
In una di questi ricerche sperimentali ai partecipanti veniva chiesto di risolvere anagrammi mentre erano sdraiati (Lipnicki & Byrne, 2005). In un altro studio la concentrazione dei partecipanti è stata potenziata attraverso l’uso di un camice bianco. Un’altra ricerca ha utilizzato la dissonanza mente-corp (ad esempio pensare a cose tristi mentre si sorride) per migliorare le capacità creative.
Tutte queste ricerche dimostrano quanto le posizioni del nostro corpo influenzino la nostra mente e quanto forte sia il loro legame. Le implicazioni per la vita quotidiana sono illimitate…
(fonte: PSYBLOG – www.spring.org.uk)
Antonio Antefermo
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